mercoledì 6 aprile 2016

La consociazione



 La consociazione è ampiamente utilizzata in tutti i tipi orto non specializzati (convenzionale, biologico, biodinamico, sinergico, in permacultura ecc.)

Scopo della consociazione e' di ottenere produzioni superiori (e non solo) rispetto alle colture specializzate sfruttando meglio lo spazio, con idonee associazioni di specie diverse.

Formazioni vegetali " pure", cioè costituite da una singola specie vegetale, sono rare in natura: negli ecosistemi naturali la norma e' la convivenza di numerose specie vegetali, sia erbacee (come nelle praterie) sia arboree o miste (erbacee, arboree e arbustive, come ad esempio nelle foreste).





Negli agroecosistemi che l'agricoltura realizza, la tendenza e' di avere coperture vegetali semplificate, costituite da una sola specie o al massimo da poche specie ( ad es. monocoltura di mais pianura padana).
Si parla di coltura consociata quando sullo stesso appezzamento sono fatte convivere due o più specie.
Il motivo della sua diffusione nell’orticoltura  familiare  e da ricercare nel  fatto che le operazioni colturali sono a fatte a mano, l'intensita colturale e' modesta, e quindi numerose  le specie  che sono coltivate contemporaneamente per soddisfare i fabbisogni familiari.
E utilizzata comunque negli orti dove si vuole ottenere un prodotto quanto più possible sano e genuino senza l'impiego di pesticidi e fertilizzanti minerali,  imitando la natura quanto più possibile.



Perché si usa


La consociazione si utilizza in quei casi in cui tra colture diverse si instaurano relazioni di tipo mutualistico (quando i " partners" ricavano entrambi dei vantaggi dalla loro associazione).

Perché ciò si verifichi le specie consociate devono avere le seguenti caratteristiche:

¨     esistenza di specie con apparato radicale diverso: la consociazione di specie a radice fascicolata e superficiale, con altre a radice fittonante e profonda consente di sfruttare meglio la massa del terreno per quanto riguarda l'acqua e gli elementi minerali, verso i quali inoltre le diverse specie hanno esigenze non identiche.
¨     esistenza di specie con diverso habitus di crescita: dalla consociazione di piante con vegetazione raccolta e bassa e di piante con steli lunghi e svettanti può risultare un miglior sfruttamento della luce  e una maggior produzione, talora dovuta anche al miglioramento del microclima ( ombreggiamento incaso di sole eccessivo, maggiore umidità dell'aria, minore velocità del vento).
¨     esistenza di specie a ritmo di crescita stagionalmente diverso: una sviluppo prevalentemente autunnale o invernale ed unaa sviluppo primaverile-estivo , assicurando rese più alte o meglio distribuite rispetto ad una singola coltura.
¨     escrezione radicale: alcune specie secernono sostanze nutritive che possono essere utilizzate da piante che siano loro consociate. Il fenomeno meglio conosciuto e più vistoso e' quello delle leguminose: queste piante infatti non utilizzano tutto l'azoto fissato dal Bacillus radicicola (batterio che vive sulle radici delle leguminose) loro simbionte, ma una parte non trascurabile la secernono nel terreno, sembra sotto forma dj aminoacidi ( i “mattoni” che costituiscono le proteine)
E' confermato dall'esperienza che piante coltivate vicino a leguminose crescono meglio e contengono più azoto.

fra gli altri scopi della consociazione:
¨     minori oscillazioni nelle rese. In climi con forti  oscillazioni stagionali, può essere utile coltivare consociate specie ad utilizzazione simile, ma caratterizzate da diversa resistenza alle avversità ambientali: la specie più rustica e' destinata ad assicurare una certa produzione nel caso che un andamento stagionale sfavorevole comprometta la resa della specie più delicata.
¨     ottenere prodotti di migliori qualità
¨     ottenere un primo prodotto mentre cresce la specie principale. Consociazioni temporanee di specie a sviluppo rapido con altre a sviluppo iniziale lento permettono di ottenere un prodotto durante il periodo di improduttività di queste ultime.
¨     guadagnare tempo. In orticoltura le diverse specie si susseguono a catena sullo stessi appezzamento, il trapianto di una avvenendo prima della raccolta di altre.
¨     ottenere protezione di una coltura sull'altra, ad esempio protezione dal vento ( fasce frangivento a rapido accrescimento per riparare colture erbacee o arboree) dalle gelate ( esempio nell'orto)
" lavorazione" del terreno con radici fittonanti più potenti di altre radici ( principio sfruttato nell'agricoltura naturale e sinergica)
¨     Soffocamento delle erbe infestanti.
¨     allontanare certi parassiti : certe compdosite ( genere tagetes) tengono lontani i nematodi parassiti del pomodoro. L'opportuna consociazione di tali specie puo' costituire un mezzo di lotta contro le malattie.
¨     fornire un sostegno. Alcune piante ( vite, pisello, ecc.) non sono capaci di mantenessi erette da  sole, hanno bisogno di un tutore al quale possano sostenersi, ad esempio nel caso della vite l'olmo, l'acero o il pioppo.
¨     Proteggere il terreno dall'erosione.

Riepilogando:  regole di cui tenere conto per una buona consociazione:
  1. evitare consociazioni tra ortaggi della stessa famiglia: sfruttano il terreno allo stesso modo, attirano gli stessi parassiti. Ad esempio non consociare cetrioli, zucchine, zucche, meloni, tutte specie appartenti alla famiglia delle cucurbitacee.
  2. consocia ortaggi a crescita lenta con quelli a ciclo rapido: in poco tempo potrai raccogliere le verdure “rapide” prima che “lente” saranno diventate abbastanza grandi da reclamare spazio.
  3. leguminose, fissano l’azoto presente nell’aria e lo liberano nel terreno. Sono quindi un valido fertilizzante naturale, specie per gli ortaggi a foglia verde (lattughe, spinaci, ecc.)
  4. le aromatiche sono insetticidi biologici, in molti casi il loro odore agisce da repellente.


Bibliografia:
-       Fondamenti di Agronomia generale , Francesco Bonciarelli – edagricole.
-       L’orto in casa, maggio 2013, editoria europea.

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