mercoledì 6 marzo 2013

Principi cardine dell’Agricoltura Naturale


Nella sua esperienza Fukuoka cercò di dimostrare  la validità di cinque punti principali: 
  1. niente aratura
  2. niente fertilizzanti
  3. niente pesticidi
  4. niente sarchiatura
  5. niente potatura.

Per lo scienziato, persuaso che la natura possa essere compresa e usata attraverso la conoscenza e le azioni umane, l’agricoltura naturale è un caso isolato, privo di universalità;eppure questi principi fondamentali possono essere applicati ovunque.

Gli alberi e le piante producono semi che cadono sul terreno, pronti per germogliare e diventare nuove piante. I semi piantati in natura non sono così deboli da poter crescere esclusivamente in campi arati. (anzi in campi lavorati nel modo classico,  senza apporto di fertilizzanti e sostanza organica stentano nel ciclo colturale successivo se non si interviene, con input dall’esterno,  come ho potuto notare nella mia breve esperienza - n.d.r).

Da sempre le piante crescono per semina diretta, senza aratura. Il terreno dei campi viene lavorato da piccoli animali e delle radici, e arricchito dalle piante da sovescio.
Solo da cinquant’anni (il libro da cui è tratto il brano è del 1992) a questa parte i fertilizzanti sono stati ritenuti indispensabili.

È vero che l’antica consuetudine di utilizzare letame e miscele organiche aiuta effettivamente ad accelerare la crescita del raccolto, ma ciò impoverisce la terra da cui viene prelevato il materiale organico del composto.
Perfino la coltivazione organica (o biologica, n.d.r) , è soltanto un genere diverso di agricoltura scientifica. Il materiale organico dev’essere trasportato da una parte all’altra, deve subire processi e trattamenti chimici.

Sebbene siano migliaia le malattie che colpiscono le piante nei campi e nelle foreste, la natura riesce sempre a mantenere l’equilibrio. E non ha mai avuto bisogno di pesticidi!
 L’uomo è rimasto sconcertato quando ha scoperto che queste malattie sono provocate dagli insetti; egli si è procurato con le proprie mani la necessità di tanta fatica e di tribolazione.

L’uomo si sofrza anche di eliminare le erbacce, mentre la natura non classifica arbitrariamente una pianta come “erbaccia” per poi tentare di sdradicarla.
Né tantomeno un albero da frutto, se viene potato, cresce più vigorosamente e produce più frutti.
Un albero cresce meglio nel suo habitat naturale, i rami non si intrecciano tra di loro, la luce del sole raggiunge ogni foglia e l’albero fruttifica abbondandemente ogni anno invece che ad anni alterni (l’alternanza di produzione infatti deriva anche da cause fisiologiche).
Oggi molta gente si preoccupa per la desertificazione di aree coltivabili e per la diminuzione della vegetazione del nostro mondo, ma non c’è dubbio che la civiltà umana, e gli errati metodi di coltivazione dei raccolti, generati dalla presunzione umana, sono i principali responsabili di questa piaga che affligge tutto il pianeta.
L’eccessivo sfruttamento dei pascoli da parte di mandrie di animali appartenenti a popolazioni nomadi ha spogliato la terra, riducendo la varietà di specie vegetali.
Anche le comunità agricole, dopo essere passate all’agricoltura moderna ed essersi affidate completamente ai prodotti chimici, si trovano a dover affrontare il problema del rapido impoverimento del terreno (ad esempio,  si pensi ai danni della monocoltura nella Pianura Padana, con l’accumulo di atrazina nel suolo che ha causato l’avvelenamento delle falde freatiche - n.d.r ) .
La difficoltà che l’agricoltura naturale incontra nell’ottenere generali consensi dimostra proprio come la natura sia stata mortalmente intaccata dalle interferenze umane.

Fonte: “la fattoria biologica” , Masanobu Fukuoka. Mediterranee editore.

    

venerdì 15 febbraio 2013

Che cos’è l’agricoltura naturale…





" ... i contadini non producono il cibo della vita. Soltanto la natura ha la capacità di creare qualcosa dal nulla e gli agricoltori possono esclusivamente farle da assistenti..." (Masanobu Fukuoka).

Masanobu Fukuoka (2 febbraio 1913 - 16 agosto 2008) è il pioniere della agricoltura naturale o del non fare, autore di La rivoluzione del filo di paglia e The Natural Way Of Farming.
Fuluoka iniziò la sua carriera come scienziato del suolo, specializzandosi poi come fitopatologo.
A 25 anni cominciò a mettere in dubbio i preconcetti della scienza dell'agricoltura. Quindi, lasciò il suo posto come ricercatore scientifico, tornò nella fattoria della sua famiglia nella isola di Shikoku nel Giappone del sud,  stanco della progressiva industrializzazione che stava uccidendo l'antica cultura contadina giapponese, decise di applicare all'agricoltura alcune sue intuizioni.
Intorno agli anni 40 del secolo scorso, sviluppa un metodo di coltura chiamato agricoltura naturale, o agricoltura del non-fare, data la sua radice filosofica nella tradizione della pratica del Mu.
Approssimativamente tradotto con “senza” o anche “nessuno”, il quale è il nucleo dell’insegnamento del Buddhismo Zen.
Per lo Zen l’Universo è in un costante flusso di cambiamento, in cui ogni cosa avviene spontaneamente.
L'obiettivo della sua ricerca è stato minimizzare il più possibile gli interventi dell'uomo, che si limita ad accompagnare un processo largamente gestito dalla natura, entrando in competizione con le tecniche agricole tradizionali e moderne.
L'Agricoltura naturale è una tecnica a bassa intensità di capitale e di lavoro
In fondo è un modo di essere, un modo di concepire la vita per cui risulta assurdo sventrare con un aratro la Terra, sterilizzarla con pesticidi per poi rifertilizzarla con concimi (chimici) e poi coltivarci sopra: un solo prodotto molto spesso in monosuccessione (l’esempio più classico è il mais, ad in molte zone italiane, o il pomodoro in serra).

L'Agricoltura naturale ci insegna che è possibile coltivare lasciando che sia la natura, nella sua complessità e nei suoi tempi perfetti, a produrre il cibo necessario con il nostro minimo - e non-violento - intervento.
La terra, gli insetti, i batteri, i funghi, e tutti la micro e macro fauna terricola, contribuiscono a  sviluppare la biodiversità necessaria a creare un sistema - naturale - in equilibio dinamico.
Fukuoka dimostrò che era possibile aumentare la produzione di riso e renderla resistente alle malattie seguendo dei ritmi naturali, senza arare il terreno, usando pacciamature e sovesci, senza usare macchinari e mantenendo intatta la biodiversità locale.
La sua esperienza, dopo la pubblicazione del libro La rivoluzione del filo di paglia, fece il giro del mondo e Fukuoka fu chiamato in più paesi a portare la sua testimonianza.
Il suo lavoro ispirò movimenti quali l'australiana Permacultura e divenne tra i maggiori esponenti dell'agricoltura sostenibile.
E  l’agricoltura sinergica di Hemily Hazelip, che consiste principalmente nell'adattamento ai nostri climi ed alla nostra cultura, dei principi che Fukuoka.

Fukuoka fù  chiamato a portare le sue metodologie in progetti di rinverdimento del deserto in Africa negli anni '80, ottenendo buoni risultati in Somalia, Etiopia e Tanzania.
"Si è riusciti a creare anche piccoli orti e, in alcuni casi, dopo sei mesi sono spuntate piante di papaia e banane. Ma esiste un deserto peggiore, fatto di pietre, che si trova in Grecia e in Italia. Qui è ancora più difficile. Abbiamo iniziato l’anno scorso in Grecia una semina su 10 mila ettari, cui hanno partecipato tremila persone venute da tutti i paesi d’Europa" racconta in un'intervista per AAM Terra Nuova, rilasciata nel 2007.
           
Masanobu Fukuoka è mancato il 16 agosto 2008 all'età di 95 anni.

Fonti bibliografiche:
http://it.wikipedia.org/wiki/Masanobu_Fukuoka
-Micaela Balice per www.strie.it
-Masanobu Fukuoka, La fattoria biologica, Mediterranee, Roma, 2001;
-Masanobu Fukuoka, La rivoluzione del filo di paglia, Libreria Editrice Fiorentina.
- ROBERT e DIANE GILMAN, Rinverdire il deserto L’applicazione delle tecniche di agricoltura naturale in Africa. Un’intervista con Masanobu Fukuoka, articolo tratto da “Sustainable Habitat” Autunno 1986
- Starawk, Il sentiero della Terra, Macro Edizioni, 2005
http://www.aamterranuova.it/article1658.htm